Foggia conferisce la cittadinanza onoraria a Roberto De Zerbi: "Qui le mie radici, questo riconoscimento vale più di un trofeo" - NOC Press

Foggia conferisce la cittadinanza onoraria a Roberto De Zerbi: "Qui le mie radici, questo riconoscimento vale più di un trofeo"





Nel pomeriggio del 3 giugno 2025, il Comune di Foggia ha conferito la cittadinanza onoraria a Roberto De Zerbi, ex calciatore e oggi tecnico di livello internazionale, attualmente alla guida dell’Olympique Marsiglia. La cerimonia si è svolta nella Sala del Consiglio di Palazzo di Città, alla presenza della sindaca Maria Aida Episcopo, del presidente della Commissione Sport Italo Pontone e di un pubblico visibilmente partecipe.

Il riconoscimento, approvato all’unanimità dal Consiglio comunale già lo scorso 8 gennaio, è il risultato di una proposta avanzata dalla Commissione Cultura e Sport. Un gesto che va ben oltre la semplice celebrazione del merito sportivo: si tratta del riconoscimento simbolico di un legame profondo tra De Zerbi e la città che, a suo dire, lo ha “plasmato come uomo prima ancora che come professionista”.

Durante il suo intervento, De Zerbi ha parlato con grande trasporto del suo rapporto con Foggia, ricordando anche il drammatico incidente del 13 ottobre 2024 in cui persero la vita giovani concittadini, segno di una memoria sempre vigile e di una sensibilità che va oltre il campo di gioco.

Nel suo discorso non è mancato un riferimento alla situazione attuale del Foggia Calcio, di cui ha auspicato un futuro più stabile e lungimirante. “Una città come Foggia merita una visione chiara, rispetto e continuità sportiva”, ha dichiarato il tecnico, lasciando intendere un affetto mai venuto meno verso i colori rossoneri.

Sulle voci relative a un possibile ritorno in Italia, De Zerbi ha chiarito con fermezza: “Non ho ricevuto contatti ufficiali, a Marsiglia sto bene e sono concentrato su questo progetto”.

Il conferimento della cittadinanza onoraria segna un momento di riconciliazione identitaria per Foggia. Non è soltanto un atto formale, ma un tributo a una figura che ha saputo restituire, con orgoglio e discrezione, l’immagine positiva di una terra spesso raccontata solo per le sue difficoltà. De Zerbi diventa così, più che un ambasciatore sportivo, un simbolo tangibile di appartenenza e memoria collettiva.

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