Pagliaro: “Bari prima per crescita turisti è il risultato delle politiche mirate di Aeroporti di Puglia e Regione, a scapito del Salento e Gargano”
Nota del consigliere regionale di Fratelli d’Italia Paolo Pagliaro, capogruppo La Puglia Domani.
“Qual è la località pugliese dove il turismo è cresciuto di più negli ultimi dieci anni?
Non è Vieste né Polignano, non è Otranto né Gallipoli, e neppure Martina Franca o Locorotondo, né Peschici o Monopoli.
È Bari.
Lo attesta il report 2025 di Sociometrica, che misura la ricchezza dei Comuni turistici dal 2014 al 2024. Bari ha registrato un incremento di presenze del 125%, a fronte del +93,8% di Lecce.
Un dato che stupisce, senza nulla togliere a San Nicola e alle orecchiette, perché nell’immaginario degli stessi pugliesi non è certo Bari a svettare fra le località turistiche.
Ma c’è un motivo: questo risultato è frutto di politiche regionali mirate che portano la firma di due baresi: il governatore Michele Emiliano e il suo fido presidente di Aeroporti di Puglia, Antonio Maria Vasile, che ha fatto lievitare non solo i voli sull’aeroporto di Bari.
Se una meta è più facilmente raggiungibile di altre – e Bari in questo è assolutamente privilegiata, perché oltre a una sfilza di voli nazionali ed esteri (molti low cost) offre un collegamento aeroporto-treno che porta dritto in centro in pochi minuti a tutte le ore – è scontato che faccia la parte del leone nell’accaparrarsi presenze turistiche.
La differenza fra lo scalo barese e quello salentino, che abbiamo più volte denunciato e stigmatizzato, è schiacciante: se nei periodi di bassa stagione si arriva ad una forbice di 80 voli a 12, anche oggi, in pieno agosto, i numeri sono impietosi: da Bari 79 partenze totali, di cui 51 internazionali, mentre da Brindisi 44 in tutto, di cui 18 internazionali, praticamente un terzo di quelle baresi. Quanto agli arrivi, l’Aeroporto del Salento oggi ne conta 44, di cui 18 da città estere, mentre quello di Bari 73, di cui 46 dall’estero.
E basta guardare ai dati di cinque anni fa, per capire quanto abbia inciso l’aumento di voli ma anche del traffico crocieristico e dei collegamenti ferroviari, e in generale gli investimenti in strade e trasporti, per far crescere Bari a scapito del Salento e del nord della Puglia, relegati a infrastrutture di serie B.
Nel 2020 la regina del turismo pugliese era Vieste, che triplicava le presenze di Bari. Oggi la situazione si è capovolta.
E dietro – lo ripetiamo – c’è una regia precisa, tutta barese, guidata da Emiliano e Vasile. Bari-centrismo che non si limita ad Aeroporti di Puglia ma che ha occupato ogni spazio di potere nella gestione della Regione: dai capi dipartimento strategici ai vertici di agenzie e partecipate: Pugliapromozione, Apulia Film Commission, Puglia Culture, Puglia Sounds… Una stortura a cui il Salento, così come il Gargano, non possono rassegnarsi supinamente, e che grida vendetta.
E non potrà essere certo Antonio Decaro, ex delfino e successore in pectore di Emiliano, campione di Bari-centrismo dopo dieci anni da sindaco, a sradicare un sistema incancrenito che accentra tutto su Bari, asservendo gli altri territori come sudditi.
Bisogna voltare pagina, e le prossime elezioni sono la grande occasione in mano a tutti i cittadini pugliesi per spalancare le finestre della Regione ad un vero cambiamento”
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