Patrimonio culturale: restituiti beni ecclesiastici dopo 11 anni dai furti - NOC Press

Patrimonio culturale: restituiti beni ecclesiastici dopo 11 anni dai furti

 




Due busti in legno intagliato, raffiguranti gli apostoli “San Paolo” e “San Pietro”, saranno restituiti, dal Comandante del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale di Napoli, Magg. G.B., al Parroco Don G.B. I busti furono asportati il 18 novembre 2010 dalla Chiesa San Carlo.

Ugualmente saranno riconsegnati:

- due beni ecclesiastici (un calice e una pisside) al Responsabile dell’Arciconfraternita di “Santa Croce”, Frate M.F., che furono asportati il 9 novembre 2010 dalla Chiesa di Artena (RM);

- una pisside al Parroco della Chiesa dell’Assunta della frazione Castello di Alvito (FR), Don F.D.B., trafugata il 26 ottobre 2010 dalla Chiesa Santa Maria Assunta di Alvito (FR)

Una complessa indagine condotta dal Nucleo TPC di Napoli, coordinata dalla Procura della Repubblica partenopea, ha permesso di individuare ventinove persone facenti parte di un’organizzazione criminale con base logistica in Campania, che ricettava beni preziosi rubati da luoghi di culto e istituti religiosi collocati sull’intero territorio nazionale.

Le investigazioni hanno permesso di accertare che la banda era attiva già da molti anni nel settore dell’antiquariato e dei beni ecclesiastici grazie alle specifiche conoscenze dei ricettatori che, appassionati d’arte o, in alcuni casi, ex titolari di negozi, costituivano il tramite per la commercializzazione degli oggetti proventi di furto. L’iter era consolidato: alcuni avevano il compito di effettuare sopralluoghi per individuare luoghi di culto vulnerabili, altri si occupavano del reperimento dei beni per individuare i canali illeciti di vendita, ad altri ancora spettava, infine, la collocazione dei pezzi rubati, dai mercati rionali per gli oggetti di minore rilevanza a trattative private nel caso di opere di notevole valore commerciale.

Di fondamentale importanza, per l’individuazione dei beni, è risultata la comparazione delle immagini degli oggetti sequestrati con quelle contenute nella “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, il più grande database di opere d’arte rubate al mondo, gestito dal Comando TPC e che ha permesso di ricondurre i beni ai furti avvenuti entrambi nel 2010, il primo ai danni della Chiesa San Carlo di Cave (RM), mentre il secondo della Chiesa Santa Croce di Artena (RM).

Gli oggetti recuperati, derivanti da 55 furti compiuti sull’intero territorio nazionale, da Bolzano a Catania, provengono in prevalenza da chiese e abitazioni private. Tra i più rilevanti da ricordare, l’intero tesoro di San Donato, asportato dalla Chiesa di Santa Maria degli Angeli di Acerno (SA), e due busti in legno raffiguranti “San Paolo” e “San Pietro”, rubati dalla Chiesa di San Carlo a Cave (RM).


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