Regione Sicilia: operazione dei Nas, comunicati dati alterati per evitare zona rossa - NOC Press

Regione Sicilia: operazione dei Nas, comunicati dati alterati per evitare zona rossa



L’operazione messa in atto questa mattina deriva da una meticolosa indagine del NAS di Palermo, unitamente al personale del Comando Provinciale di Trapani nell’ambito di una più ampia strategia di controllo finalizzata a perseguire illeciti connessi nell’erogazione di servizi sanitari svolti durante l’attuale emergenza pandemica.

A chiedere il provvedimento sono stati il procuratore facente funzione di Trapani Maurizio Agnello e le sostitute Sara Morri e Francesca Urbani. L’ordinanza di custodia cautelare è del gip di Trapani Caterina Brignone, che ha riconosciuto la fondatezza della ricostruzione dei pm e la necessità di intervenire d’urgenza, ma si è poi dichiarata incompetente trasmettendo gli atti a Palermo. Secondo il giudice per le indagini preliminari, ci si trova di fronte a "un disegno politico scellerato".

Nello specifico, i carabinieri del comando provinciale e del Nas hanno notificato tre provvedimenti di arresti domiciliari a una dirigente generale della Regione e a due suoi collaboratori. 

L'assessore Ruggero Razza risulta indagato, sul quale "sebbene non emerga ancora compendio investigativo grave", viene spiegato dagli inquirenti, "è emerso il parziale coinvolgimento nelle attività delittuose del dipartimento". 

Ai domiciliari sono andati Maria Letizia Di Liberti, dirigente generale del Dipartimento Regionale per le attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico (D.A.S.O.E.), il braccio destro dell’assessore Razza; Salvatore Cusimano, funzionario regionale, ed Emilio Madonia, dipendente di una ditta che gestisce i flussi informatici dell’assessorato

I reati contestati sono falso materiale ed ideologico in concorso.

In particolare gli arrestati sono accusati di aver alterato, in svariate occasioni, il flusso dei dati riguardante la pandemia SarsCov-2 (modificando il numero dei positivi e dei tamponi e talvolta anche dei decessi dovuti alla pandemia) diretto all’Istituto Superiore di Sanità, alterando di fatto la base dati su cui adottare i discendenti provvedimenti per il contenimento della diffusione del virus.

Dal mese di novembre appena trascorso sono circa 40 gli episodi di falso documentati dagli investigatori dell’Arma, l’ultimo dei quali risalente al 19 Marzo 2021.

Sono state effettuate perquisizioni domiciliari nei confronti di altri sette indagati alla ricerca di materiale informatico e non, utile alle indagini.

Inoltre vi è stata un’acquisizione informatica selettiva (in particolare, flusso email e dati relativi all’indagine) presso i server dell’assessorato Regionale alla Salute e del citato Dipartimento.

L'indagine è nata per caso. Lo scorso anno i carabinieri indagavano su un laboratorio di Alcamo che avrebbe rilasciato centinaia di tamponi errati, negativi invece che positivi. 

I pm hanno deciso di fare un approfondimento all’assessorato regionale alla Sanità, attivando alcune intercettazioni, da cui sono emerse le prime conversazioni sospette in cui si parlava di modificare i dati giornalieri dei contagi e dei tamponi che confermerebbero l'alterazione dei dati inviati all'Istituto Superiore di Sanità.

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