Probabili inverni sempre più freddi: la Corrente del Golfo sta rallentando - NOC Press

Probabili inverni sempre più freddi: la Corrente del Golfo sta rallentando


Foto: ©London’s Global University




Una ricerca condotta da un team internazionale e interdisciplinare ha dato come risultato che la Corrente del Golfo sta rallentando in un modo esponenziale. Mai così debole da 1000 anni a questa parte.

Lo studio pubblicato su Nature Geoscience è stato condotto da ricercatori del Potsdam Institute for Climate Impact Research e delll’Irish Climate Analysis Unit della Maynooth University.

La Corrente del Golfo (Atlantic Meridional Overturning Circulation, AMOC) è un sistema molto potente in grado di influenzare le zone esposte ad essa.

Anche ad elevate latitudini, le città esposte alla corrente manifestano temperature sensibilmente più alte rispetto alle zone che si trovano alle stesse latitudini, ma all’interno.

In effetti AMOC è un meccanismo tale che riesce a ridistribuire il calore ed influenza il clima del mondo.

Questo implica che rallentamenti importanti della Corrente, come quelli che si stanno verificando adesso, possono implicare ripercussioni sugli eventi climatici di tutto il globo.

A livello locale ci potrebbe essere un improvviso aumento del livello del mare, nonché cambiamenti tra zone aride e zone piovose.

Infatti – spiegano gli esperti – il flusso superficiale verso nord dell’AMOC porta a una deviazione delle masse d’acqua a destra, lontano dalla costa orientale degli Stati Uniti, a causa della rotazione terrestre. Ma, quando la corrente rallenta, questo effetto si indebolisce, e un maggiore quantitativo di acqua può accumularsi sulla costa orientale degli Stati Uniti, portando a un aumento del livello del mare.

Per analizzare la cronologia del flusso dell’AMOC negli ultimi 1600 anni i ricercatori hanno utilizzato moltissimi indicatori tra cui dati di anelli di alberi, carote di ghiaccio, sedimenti oceanici e coralli, nonché dati storici come i registri delle navi.

Da questa analisi emerge che la corrente è restata pressoché stabile fino al XIX secolo, ma ha cominciato a rallentare dopo il 1850 circa, mentre un altro rallentamento più importante si è avuto dalla metà del XX secolo.

David Thornalley, un coautore della ricerca spiega: “Sebbene la modellazione climatica abbia da tempo previsto un rallentamento dell’AMOC a causa del riscaldamento indotto dall’uomo questo studio mostra la crescente evidenza a sostegno della tesi secondo cui l’attuale Oceano Atlantico sta subendo cambiamenti senza precedenti rispetto allo scorso millennio, e in alcuni casi più a lungo”.

Il ricercatore continua: “Insieme ad altre pressioni umane sull’ambiente marino i cambiamenti che stiamo osservando nella circolazione oceanica stanno influenzando gli ecosistemi marini sia in superficie che in profondità. Dovremo tenere conto di questi cambiamenti in corso nei nostri sforzi per conservare e gestire le risorse marine”.

E’ ancora l’uomo la causa ? Senza dubbio il riscaldamento globale sta peggiorando gravemente la situazione.

Se continuiamo a alimentare il riscaldamento globale, l’AMOC si indebolirà ulteriormente, dal 34 al 45 percento entro il 2100 secondo l’ultima generazione di modelli climatici. Questo potrebbe portarci pericolosamente vicino al punto di svolta in cui il flusso diventa instabile”.


Ricordiamo che la Corrente del Golfo è una potente corrente marina calda che attraversa tutto l’Atlantico settentrionale. Si forma sul Golfo del Messico (da cui il suo nome) e corre parallelamente a gran parte della costa orientale degli Stati Uniti.





A causa della rotazione terrestre, questo flusso viene gradualmente deviato verso destra, fino a raggiungere le coste dell’Europa. Porta acque tropicali, molto calde, che mitigano gli inverni in Europa occidentale, dalla Spagna alle coste della Norvegia, facendo in modo che da queste parti gli inverni siano decisamente più miti rispetto le latitudini di riferimento, come le coste del nord America.

Inoltre, queste acque forniscono numerose sostanze nutritive che danno luogo a una flora marina e a pesci molto vari e abbondanti.

Levke Caesar, ricercatrice della Maynooth University e coautrice dello studio, spiega: “ Alcuni modelli climatici suggeriscono che potremo avere tempeste invernali più frequenti e più forti nell'Europa nordoccidentale" .

"I modelli suggeriscono che se il riscaldamento globale continua, la Corrente del Golfo potrebbe rallentare fino al 45% entro l'anno 2100. Questo rallentamento fa sì che ad arrivare al Nord sia acqua meno calda e meno salata. E il sale è utile a far diventare più densa - e pesante - l'acqua che al Nord deve inabissarsi per tornare verso Sud. Se questo meccanismo si esaspera, può instaurarsi un circolo vizioso tale che anche fermando il riscaldamento globale non si riuscirà a impedire l'ulteriore rallentamento della Corrente del Golfo. E il clima, così, diventerebbe sempre più instabile".


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