Vertenza Diplomati Magistrali. Michele Scirpoli e la petizione al Parlamento Europeo - NOC Press

Vertenza Diplomati Magistrali. Michele Scirpoli e la petizione al Parlamento Europeo

Michele Scirpoli, Fondatore Movimento DM Revoca Sentenza Plenaria

Presentata da Michele Scirpoli, cittadino italiano e Fondatore Movimento DM Revoca Sentenza Plenaria, la petizione richiesta, n. 0934/2018, si basa su una presunta discriminazione di trattamento fra docenti italiani nel procedimento di ammissione alle graduatorie ad esaurimento (GaE).

Da mesi e mesi si sta combattendo per ottenere i diritti dovuti. E giunti ormai a un punto che potrebbe vedere la vertenza arenata, Scirpoli, con il gruppo cui è fondatore, ha deciso di rivolgersi al Parlamento Europeo per una petizione, che da quanto sappiamo è stata già trasmessa al Parlamento e alla Commisione UE.
Accedere alla firma della petizione online è facile e gratuito. Una volta cliccato sul link di seguito riportato, basta registrarsi. Poi giungerà una mail di conferma. Dopo di che basterà firmare la petizione.


“Sostenendo la petizione avrai il diritto di ricevere informazioni in merito agli sviluppi nel trattamento della petizione. Tuttavia la commissione per le petizioni del Parlamento europeo tratterà tutte le petizioni presentate conformemente alle proprie norme e alle prescrizioni dei trattati. La commissione baserà le proprie osservazioni e decisioni unicamente sul merito del contenuto della petizione, indipendentemente dal numero di firmatari o di sostenitori”, come è riportato a pedice dopo la firma.

Sintesi della petizione
Il firmatario espone la situazione discriminatoria in cui versano migliaia di docenti diplomati magistrali (55 000) per effetto di una sentenza dell'Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato (n.11 del 20/12/17) che ha definito in senso sfavorevole alla categoria del firmatario la questione relativa alla legittimità o meno dell'inserimento in Graduatoria ad esaurimento (GAE) dei diplomati magistrali ante 2000/2001 – successivamente alla trasformazione delle graduatorie permanenti in graduatorie ad esaurimento – argomentando fra l'altro sull'insufficienza del diploma magistrale come titolo abilitante ai fini dell'inserimento in GAE. E ciò, anche in contrasto a un consolidato orientamento della VI Sezione dello stesso Consiglio di Stato, comporterebbe per i docenti in questione la preclusione di qualsiasi attività d'insegnamento nelle scuole pubbliche e paritarie. Fra l'altro, rischierebbero il licenziamento circa 10 000 insegnanti assunti a contratto indeterminato, nonostante che siano già stati confermati in ruolo. La disparità di trattamento dei docenti italiani colpiti dalla predetta sentenza si paleserebbe anche nei confronti dei cittadini di altri Stati membri, Romania per esempio, ammessi ad insegnare nella scuola primaria italiana con diplomi esteri equiparabili a quello italiano di maturità magistrale. In definitiva, la sentenza dell'A.P. del Consiglio di Stato sarebbe in conflitto con la clausola 5 dell'accordo quadro sul lavoro a tempo determinato, annesso alla direttiva 1999/70/CE del Consiglio, del 28 giugno 1999, in quanto la mancata ammissione alle GAE priverebbe gli insegnanti, in possesso del diploma magistrale, di ogni efficace misura preventiva o sanzionatoria dell'illegittima reiterazione (decennale) nei loro confronti di contratti a termine, nonché violerebbe gli articoli 3 e 4 della direttiva 2005/36/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 7 settembre 2005, relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali.

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