L'Editoriale. La mafia? Un "Tavoliere" pieno di merda...il nostro regalo di fine anno…[GUARDA IL VIDEO] - NOC Press

L'Editoriale. La mafia? Un "Tavoliere" pieno di merda...il nostro regalo di fine anno…[GUARDA IL VIDEO]


Come sempre, Scriviamo facendo appello all’art. 18, all’art. 21 e all’art. 28 della Costituzione della Repubblica Italiana, cercando di narrare fatti, e questa volta, lo specifichiamo. 

- L'Editoriale -

Li chiamano mafiosi, li chiamano criminali, li chiamano Boss, li chiamano “la famiglia”, la chiamano “società”, per Noi e per il resto dei cittadini, possiamo chiamarli soltanto, vili, codardi, vigliacchi. Questa gentaglia trama e agisce come carogne, prendendoti all’improvviso, assalendoti alle spalle, con il volto coperto, che poi tanto coperto non lo è. Un volto coperto per il resto delle comunità, per chi non vuol vedere, anche ascoltare e capire, per una comunità che subisce la loro furia. Dove il mandante è ben visibile anche al di sotto di un passamontagna.


Carogne dicevamo. Sì, carogne, perché tu persona di “merda” non puoi mandare avvertimenti intimidatori in un nucleo famigliare destabilizzando un’intera famiglia, traumatizzando chi ha dei figli, chi ha persone care che nulla hanno che fare con i loschi intrecci di chi, ob torto collo, è rimasto vittima del vostro lurido fare. Voi mafiosi, criminali, amate i soldi facili, i soldi non sudati con la fatica, lucrando e arricchendovi col sudore di chi ha intrapreso un’attività imprenditoriale, che fin da subito deve mettere in conto che il suo reddito non sarà mai ciò che dichiara perché parte di esso finirà nelle vostre tasche. Meschini, luridi vermi, parassiti, mafiosi, feccia della società che inevitabilmente inquinate un Tavoliere purtroppo diventato di merda.

Ci scusiamo per il termine “merda”, forte per locuzione ma, al caso unico e importante per descrivere cosa accade nella provincia di Foggia. Un Tavoliere un tempo d’oro, per la sua economia pulita e per il colore del grano.

Mafiosi e criminali a vario genere ammazzate, incendiate, avvertite, impaurite, drogate intere città, deturpate paesaggi, ma non avete fatto i conti che anche voi avete delle famiglie e di conseguenza dei figli che non lo dicono, ma di voi si vergognano terribilmente.

Chi prenderebbe a lavorare il figlio di uno di voi: nessuno, se non imposto con la forza. I vostri figli sono destinati a ripercorrere le vostre orme, e in fondo e per come siete, ve ne vergognate anche voi.

È paradossale ma indicativo che in molte famiglie cosiddette mafiose, i figli studiano legge, mirano a diventare magistrati, avvocati. Cari cittadini, sapete perché? Alcuni per favorire le attività criminali dei loro padri, di quei mafiosi che non lesinano a rapinare, ad ammazzare, a stoccare e spacciare droga per ottenere i proventi per vivere, far vivere le famiglie di chi è “ospitato” nelle Patrie Galere, di chi deve pagarsi avvocati sempre più ingordi perché difendere uno di loro è un business milionario. Altri, e per fortuna sono in numero crescente perché ragionano con la mente e non con le mani, per liberarsi di voi luridi mafiosi, di padri che nella vita non hanno mai valso un ca..o e mai lo varranno se non per gli scagnozzi che li circondano. Pensate alle vostre famiglie, non pensate al potere che vi da l’essere mafiosi, che dura sempre troppo poco nel tempo, perché prima o poi arriverà il giorno che vi ritroverete faccia a terra, con un buco in fronte e nel cuore, incaprettati, dissolti e cibo per porci, stecchiti e ammazzati dagli stessi vostri tirapiedi.

Senza di voi, per intere comunità, sarebbe un mondo migliore, molto migliore. Avete le mani sporche di sangue, ma andate in chiesa, avete altarini di santi e cappelle private in casa, portate un crocifisso al collo; siete patetici, siete lo spirito del male il diavolo, siete ciò che il Cristo ha lasciato sulla Terra a testimonianza che il male esiste, REDIMETEVI, siete ancora in tempo, per voi e per i vostri figli.

Vivete come topi ma nel lusso in una terra che era un paradiso e che avete fatto diventare un inferno, una discarica a cielo aperto, un magazzino drogato e belligerante, un cimitero senza lapidi. Avete concimato con sangue, droga, armi e morte, un Gargano che vuole e chiede giustizia.

Vi siete coalizzati partorendo la cosiddetta “quarta mafia” copiando quella ‘ndranghetista, tra familiari, che non si tradisce. Una mafia che al vertice ha la ”società” foggiana, espansa con quella garganica e dell’Alto Tavoliere. La DDA e la DIA sanno a cosa ci riferiamo.

Oggi molti media, nazionali per lo più, vi portano alla ribalta ricordando ancestrali clan, definendo Monte Sant’Angelo capitale della mafia del Gargano. Chi sostiene che Monte Sant’Angelo è la "culla della mafia" garganica mente sapendo di farlo. La mafia c'è, si percepisce a pelle, si ode nell'assordante silenzio che la etichetta, si vede nell'oscura ombra di chi gira la testa dall'altra parte o che appanna le persiane, si respira nel putrescente odore dei cadaveri ritrovati all'ombra di boschi e foreste, pizzica il naso con fumo acre degli incendi, si certifica laddove i comuni parlano...parlano...parlano...ma poi rimangono inerti dinanzi a concittadini che chiedono azioni decise e concrete, e non parole, non cortei, non tavolate istituzionali, reticenze subdole che fiancheggiano finanche il bullo di quartiere.


Monte Sant’Angelo non è la capitale della mafia del Gargano. Semmai è, oggi, per una parte fiancheggiatrice di quella che la vorrebbe nuovamente al centro dell'attività criminale. Un'attività costiera, del “clan dei marinari”, come noi N.O.C. l’abbiamo ribattezzata e resa ufficiale su questa testata giornalistica online; l’ormai defunto “clan dei montanari”, di quella mafia garganica da 15 anni e più che è scesa da Monte per conquistare Manfredonia, Vieste, Mattinata, Peschici, rimane solo un ricordo che dalle avvisaglie contemporanee potrebbe riprender piede nel centro micaelico. E qui si fa appello alle Forze dell’Ordine affinché intensifichino le attività, ma mirate. La cabina di regia, solo pensante, potrebbe radicarsi nuovamente, dove un tempo era sanguinaria. Ma solo come regia pensante, poiché gli interessi sono altrove e dove gira denaro c’è business, dove c’è movimento c’è smercio, ci sono gli affari da concludere. Le coste sono molto più redditizie. Le guerre interne tra batterie e clan sono iniziate per il predominio e poi controllo dl territorio, diviso per confini ben precisi. In galera ora ci sono chi pensava, mentre fuori c’è chi ammazzava, e continuerà a farlo senza direttive perché la solitudine criminale dà alla testa, fa impazzire chi ha fame di potere e sete di gloria. Le Forze dell’Ordine, DDA, DIA, SCO, ROS, Intelligence, lo sanno, tant’è che la Capitanata è “osservata” a 360°, anche in ogni buco refrattario. Bisogna prevenire azioni violente, sanguinarie, mattanze, poiché la prossima estate, del 2019, potrebbe essere un’altra “calda” come quella del 2017. Le avvisaglie ci sono, sono visibili a chi le sa riconoscere e noi N.O.C. l’occhio ce lo abbiamo.

Mai abbassar la guardia e nel piccolo di ognuno di noi che vuole una Capitanata migliore, la cultura alla legalità deve crescere perché purtroppo è in calo. Collaborate e fatelo senza indugi, in forma anonima, ma fatelo!

A cura dei N.O.C.

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