Spera, rialzati e cammina: l’appello dell' Arcivescovo Moscone alla Città di Manfredonia – Festa patronale di Maria SS. di Siponto 2025 -
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo, cittadine e cittadini di Manfredonia e del suo splendido territorio,
ogni anno rinnoviamo il nostro amore alla Regina di Siponto con la partecipazione devota alla processione e riempiamo, come popolo coeso e da Lei riunito, questa piazza duomo che costituisce il cuore pulsante della Città. E’ un cuore grande, che pulsa all’unisono con i cuori di ogni manfredoniano e manfredoniana che vive e fa vivere la Città e la Chiesa locale. E’ mio dovere riconoscere questa verità ed aiutarvi a rinnovarla nella coesione civile, nel solidale impegno per il bene comune, nella tradizione di fede cristiana e di valori evangelici che ormai da quasi due millenni innervano Siponto-Manfredonia e l’intero Gargano. Di questi valori civili e cristiani dobbiamo esserne fieri, e su di essi, non su altre motivazioni fuorviate da false e facili tentazioni di indebito profitto, dobbiamo continuare a progettare e costruire il futuro per consegnarlo migliore e più giusto alle nuove generazioni ed a chi custodirà la Chiesa, la Città e l’amato Gargano dopo di noi.
Celebriamo la festa annuale della nostra Regina nell’Anno Giubilare 2025: anno per ravvivare, motivare e dare ragione alla speranza che è in noi (1Pt 3,15). Speranza che non ha mai abbandonato il Popolo credente e civile della nostra Città; speranza che le ha permesso sempre nuova e più florida rinascita dopo le tante tragedie che ne hanno costellato la sua storia. Sì, è stato possibile perché Manfredonia ha sempre saputo costruire la sua storia religiosa e sociale sulla speranza che non delude, avendo fatto l’esperienza che l'amore di Dio è stato riversato nei cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato (cf Rm 5, 5). Su questa speranza performativa di futuro e collante aggregante di sana tradizione, di sincera devozione e di forte coesione civile Manfredonia e l’intero territorio, a lei affidato, possono continuare a costruire la propria storia, a custodire le proprie ricchezze, a valorizzare le bellezze, ad essere certi di avere un futuro libero, giusto e pieno di prospettive.
Manfredonia, approfitta e costruisci su questa speranza, è parte di te, è motivata dalla tua storia, è nelle tue possibilità: Manfredonia, non tradire la tua speranza, non lasciartela rubare da chi vuole approfittarsi di te o ti lusinga vendendoti false prospettive che ti rubano vita ed impoveriscono ingannandoti subdolamente. Manfredonia, spera, rialzati e cammina costruendo il tuo futuro: è tuo, solo tuo!
Manfredonia, permettimi ora di dirti qualcosa guardando all’anno intercorso tra una festa e l’altra della Madonna di Siponto: sono pensieri che nascono da uno sguardo contemplativo su quanto avviene e da una logica che cerca di costruire sulla “roccia” del Vangelo (cf Mt 7, 24). Manfredonia, intendo rivolgerti tre ammonimenti ed evidenziare alcuni avvenimenti (tre positivi ed uno negativo).
Il primo ammonimento che intendo ricordarti è questo: il male ha tre grandi alleati il silenzio, l’indifferenza e la delega. Non possiamo da cristiani, e neppure da cittadini, tollerare un sistema dove le cose contino di più delle persone, dove il profitto precede chi lo produce, dove l’interesse individuale sovverte il bene comune, dove il guadagno di pochi inquina la sana economia, dove l’illegalità si sostituisce alla legge, dove la violenza diventa strumento di imposizione per rafforzare il proprio potere … e potrei continuare con esempi. Il male nelle sue varie forme inquina, sovverte e sfigura sempre Popolo e territorio, Città e Chiesa. L’impegno sociale non è per il cristiano qualcosa di opzionale rispetto alla fede, è un atto teologico perché coinvolge la scoperta del volto di Dio in Gesù ed il volto di Gesù si manifesta nel prossimo (Mt 25, 31ss). L’impegno sociale non è per il cittadino qualcosa di facoltativo, ma è il perno della vita cittadina, è costruzione di vera democrazia, è profumo di devozione ed autentica tradizione cristiana.
Il secondo ammonimento riguarda la prima carenza, attorno alla quale si sviluppano di conseguenza tutte le altre forme di povertà: la carenza di lavoro e la dignità dello stesso. Cito un passaggio dal discorso di Papa Francesco al Corpo Diplomatico del 9 gennaio 2025: “duemila anni di cristianesimo hanno contribuito a eliminare la schiavitù da ogni ordinamento giuridico. Ciononostante esistono ancora molteplici forme di schiavitù, a cominciare da quella, poco riconosciuta, ma assai praticata, che interessa il lavoro. Troppe persone vivono schiave del proprio lavoro, trasformato da mezzo in fine della propria vita, e spesso sono schiave di condizioni lavorative disumane in termini di sicurezza, orari di lavoro e salario”. Non è forse questa la situazione che si vive in modo diffuso sul nostro territorio garganico e nella nostra società? “Occorre adoperarsi per creare condizioni degne di lavoro e perché il lavoro, di per sé nobile e nobilitante, non diventi un ostacolo per la realizzazione e la crescita della persona umana. Nello stesso tempo è necessario garantire che esistano effettive possibilità di lavoro, specialmente laddove una diffusa disoccupazione favorisce il lavoro nero e conseguentemente la criminalità”. Non sono forse questi i pericoli che dobbiamo non solo evitare, ma combattere quotidianamente perché si sono ormai da tempo radicati sul territorio e rischiano di diventare modello affermato se non unico di riferimento?
Da ormai diverso tempo si sta sviluppando e crescendo sul nostro territorio una modalità illegale di utilizzare la legge che permette ad aziende ed imprese di fare richiesta di manovalanza straniera per alcuni momenti dell’anno. Peccato che il sistema venga utilizzato per fare mazzetta attraverso l’invito “legale” degli immigrati, che poi vengono lasciati “legalmente” in mano a trafficanti di esseri umani per i lavori più diversi: si tratta di un’immigrazione apparentemente legale, ma sempre schiavista. E’ una modalità crudele di sfruttare le persone, questa volta sotto la copertura della stessa legge, ed allo stesso tempo è una falsificazione del mercato stesso. Ad interessare sono le entrate in nero delle mazzette, non il costo della produzione ed il valore dei prodotti da inserire legalmente sul mercato. Questo gioco va a scapito, non solo dei lavoratori sfruttati e rimessi nelle mani dei caporali, ma delle aziende ed imprese oneste, che si vedono sfavorite nel competere sul mercato, costrette a vendere i loro prodotti ad un prezzo svalutato. Si tratta di un peccato contro l’umanità e di un delitto economico servito sul piatto della legalità. Condanniamo questo traffico, blocchiamone la diffusione, se vogliamo creare nel nostro territorio lavoro vero, lavoro buono, lavoro correttamente retribuito e portatore di sviluppo economico e crescita sociale per tutti.
Ho ancora un terzo ammonimento. Basta con gli affitti brevi per il solo periodo estivo e poi disimpegno, vuoto abitativo, per il resto dell’anno. Quello che sembra un profitto facile e sicuro (anche questo perfettamente legale) finisce col togliere spazio ai progetti dei giovani che vorrebbero mettere su famiglia e rimanere a lavorare nella propria Città e territorio mettendo a frutto le proprie competenze maturate con lo studio e l’esperienza. Questa facile scelta di mercato finisce per soffocare il futuro delle nostre Città, che invecchiano sempre di più perdendo le proprie forze giovanili, e alla fine strozzerà di vecchiaia ed inedia gli stessi affittuari. La corretta scelta economica non è quella che guarda solo al momento presente, ma quella che ha visione di futuro e di Città.
Manfredonia, in te ci sono tanti segni positivi, tanta volontà di bene, e quando vuoi sai metterla a frutto e renderla modello anche per altri. Ti ricordo qualche fatto che evangelicamente ha la forza del seme che germina e sviluppa vita trasfigurando Città e Chiesa.
Il 28 marzo la nostra Città e quelle vicine (Monte Sant’Angelo, Mattinata, San Giovanni Rotondo, Zapponeta) si sono strette in una marcia di denuncia ed indignazione a sostegno della popolazione di Gaza oppressa e “genocizzata” dallo stato imperialista e colonialista d’Israele: stato che ha fatto della violenza gratuita la propria legge. La capacità di Manfredonia di sentirsi coesa e solidale con la popolazione palestinese, costretta da decenni a rimanere concentrata in un territorio di soli 10 km quadrati maggiore della propria amministrazione territoriale, è stata forte e significativa. Manfredonia ha così saputo risvegliare sentimenti di solidarietà, di denuncia e di impegno per la Pace in tante altre città pugliesi: è diventata capofila di risveglio di coscienze. Manfredonia ne puoi essere orgogliosa; sei capace di sollevare il “pride” per la giustizia e la Pace globale!
Il 01 luglio 2025 è stato confiscato un bene immobiliare (un appartamento) alla mafia in pieno centro cittadino e si sta cercando di restituirlo alla Città ed alla sua gente per diventare spazio di servizio pubblico, proprietà comune. Può sembrare piccola cosa, ma è un segno efficace che si può cambiare rotta e logica di potere, si può fare della proprietà “privata” un bene “comune”. La modalità più efficace per sconfiggere il male, nelle sue varie forme – specie quello organizzato -, sta nel trasformare ciò che è suo strumento impositivo in volano di bene pubblico! A questo proposito considero positiva la decisione, di questi ultimi giorni, dell’Amministrazione comunale (come già fatto da quelle di Monte Sant’Angelo e Mattinata) di costituirsi parte civile nel procedimento penale “Mari e Monti” verso imputati per reati di stampo mafiosi.
Infine saluto positivamente l’accordo tra Casa della Salute – ARESS – Amministrazioni comunali a 49 anni dall’evento Enichem come segno di democrazia partecipata e volano di maturazione e crescita della Città e territorio. La salute è patrimonio di tutti da difendere e programmare, e l’ambiente è il comune “giardino” di vita per tutti, anche per chi deve ancora nascere.
E poi è arrivato il pomeriggio del venerdì 18 luglio; venerdì che potremmo quasi chiamare il venerdì santo di Manfredonia. Un fumo intensamente nero ha oscurato il cielo sopra Siponto ed il suo parco, visibile da diverse parti della Puglia. Un incendio di vaste dimensioni ed incredibile intensità devasta l’area prospicente al lago Salsano e l’oasi naturalistica. Mani assassine ci avevano già tentato tre giorni prima e riprovato al mattino dello stesso giorno dopo che il primo tentativo era andato a vuoto … è evidente che si è davanti a un’azione organizzata e procurata ad arte: arte mafiosa! Un disastro ecologico voluto da mani ed organizzazioni criminali per imporre il proprio potere sul territorio e far sentire la loro forza, forza malefica che puzza solo di morte e di sfregio. Questa tragedia ecologica, come altri fatti, che si sono ripetuti di continuo durante questa arida e calda estate in aree boschive e rurali, hanno dietro una strategia terroristica, un programma criminale, un potere "apparentemente" occulto, ma ben presente e radicato sul territorio: diversamente non avremmo potuto assistere ad una tragedia di queste dimensioni. Senza paura dobbiamo scovare, sconfiggere e non solo condannare tale strategia criminale che spadroneggia sul territorio sipontino. Come cittadini e credenti, eredi del mandato biblico di “custodire, curare e coltivare” siamo chiamati a sviluppare l’apporto della responsabilità di tutti e la formazione del "noi” tanto ecclesiale che civico.
Termino con una citazione un po’ dotta. Ha scritto Annah Arendt: “La mia opinione è che il male non è mai 'radicale', ma soltanto estremo, e che non possegga né la profondità né una dimensione demoniaca. Esso può invadere e devastare tutto il mondo perché cresce in superficie come un fungo. Esso sfida il pensiero, perché il 4 pensiero cerca di raggiungere la profondità, andare alle radici, e nel momento in cui cerca il male, è frustrato perché non trova nulla. Questa è la sua ‘banalità’... solo il bene ha profondità e può essere integrale”. Questo giudizio vale quanto mai per noi oggi che guardiamo il male con una impotenza estrema, mentre dovremmo prendere coscienza del bene per poter guardare in faccia il male, certo soffrendo, ma senza la disperazione di chi pensa che a Manfredonia, come più lontano a Gaza e a Kiev, non si possa fare nulla per contrastarlo e svergognarlo. Invece come ci ha insegnato Papa Francesco dobbiamo cercare i segni di speranza per poter ricostruire, e i segni di speranza ci sono dovunque oggi, aspettano solo che noi li sappiamo scorgere e coltivare. I segni di speranza non deludono, non svergognano, sono invece quelli della disperazione e della paura che deludono e svergognano.
Allora, cara Manfredonia, spera e non sarai delusa mai. Spera e rinnoverai la tua bellezza ed i tuoi doni. Spera e costruirai un futuro libero e democratico. Spera e ti scoprirai Città vera e Chiesa autentica.
E tu Maria, Regina di Siponto, guarda alla Città che tanto ami e che ti ama, aiutala a crescere, a camminare come Popolo e Chiesa ed a riconoscerti come Signora del Popolo e Madre di una Chiesa che pulsa con cuori capaci d’amare! Amen!
+ p. Franco crs Manfredonia, 31 agosto 2025 5
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