Cera: «Lastaria al collasso. Sullo scorporo da Asl fui facile profeta di tale disastro»
“Sull’ospedale di Lucera avevo ragione io”, così il consigliere regionale Napoleone Cera commentando le notizie in arrivo dal Lastaria.
“Ma non c’è niente di edificante nell’essere stato facile profeta di quello che sarebbe stato il destino della struttura dopo l’assorbimento da parte del Policlinico Riuniti di Foggia, soprattutto perchè ha significato un impoverimento dei servizi ai cittadini e una caduta della qualità della sanità pubblica del territorio-ha aggiunto il consigliere, che continua- Come è noto, l’ospedale di Lucera è passato dalla Asl Foggia al Riuniti con delibera di giunta regionale che risale all’aprile del 2019. Si salutò l’operazione come salvifica per il Lastaria, a detta di molti, a rischio chiusura. La decisione venne motivata come utile per razionalizzare e ottimizzare le risorse sanitarie della zona, parte di un processo più ampio di riorganizzazione della rete ospedaliera.
“La mia fu una voce fuori dal coro esultante di quel tempo – ricorda Cera -. Ammonii chiaramente che quel passaggio avrebbe condannato inesorabilmente l’ospedale di Lucera. Chi ha voluto lo scorporo dalla Asl sapeva che il Lastaria sarebbe diventato un cronicario. E purtroppo i fatti mi stanno dando ragione.
“Prima ancora che scoppiasse il bubbone di questi giorni, circa un mese fa, sono andato in visita alla struttura.
“Ho parlato con i medici, con gli infermieri, gli operatori e i tecnici, ho cercato di capire come stessero davvero le cose, toccando con mano le criticità, mi sono confrontato con una realtà drammatica fatta di servizi sanitari carenti e personale allo stremo. I reparti funzionano solo in certe fasce orarie. Diagnostica per immagini ed esami di laboratorio, emergenze, chirurgia, cardiologia: tutto è appeso ad un filo. Questi servizi sono disponibili a singhiozzo. Il Lastaria è diventato, per l’appunto, un mero contenitore di malati cronici mentre potrebbe essere un prezioso presidio sanitario in un’area strategica. E se l’ospedale funziona ancora, se i cittadini di Lucera e dei vicini centri dei Monti Dauni possono avere una qualche risposta lo devono solo al senso di responsabilità e all’impegno del personale che, incessantemente e affrontando difficoltà di ogni genere, continua a lavorare in corsia senza tregua. Ma tutto questo non è giusto, tutto questo è inaccettabile e conferma il fatto che la politica regionale, soprattutto in fatto di sanità pubblica, è stata ed è ancora miope, mossa da interessi che non hanno a che fare con la salute dei cittadini e la loro qualità della vita.
“E’ arrivato il momento in cui chi è stato responsabile di questo scempio faccia un passo indietro. E’ il momento di rilanciare la sanità pubblica nel nostro territorio. La nostra comunità merita servizi efficienti, accessibili e di qualità. Noi continueremo a vigilare e a proporre con forza un deciso cambio di rotta, perché la salute non può essere un optional ma un diritto fondamentale di ogni cittadino. È ora di investire e razionalizzare le risorse dei nostri ospedali per valorizzare e gratificare il personale e per garantire un’assistenza dignitosa a tutti”, ha concluso Cera.
“Ma non c’è niente di edificante nell’essere stato facile profeta di quello che sarebbe stato il destino della struttura dopo l’assorbimento da parte del Policlinico Riuniti di Foggia, soprattutto perchè ha significato un impoverimento dei servizi ai cittadini e una caduta della qualità della sanità pubblica del territorio-ha aggiunto il consigliere, che continua- Come è noto, l’ospedale di Lucera è passato dalla Asl Foggia al Riuniti con delibera di giunta regionale che risale all’aprile del 2019. Si salutò l’operazione come salvifica per il Lastaria, a detta di molti, a rischio chiusura. La decisione venne motivata come utile per razionalizzare e ottimizzare le risorse sanitarie della zona, parte di un processo più ampio di riorganizzazione della rete ospedaliera.
“La mia fu una voce fuori dal coro esultante di quel tempo – ricorda Cera -. Ammonii chiaramente che quel passaggio avrebbe condannato inesorabilmente l’ospedale di Lucera. Chi ha voluto lo scorporo dalla Asl sapeva che il Lastaria sarebbe diventato un cronicario. E purtroppo i fatti mi stanno dando ragione.
“Prima ancora che scoppiasse il bubbone di questi giorni, circa un mese fa, sono andato in visita alla struttura.
“Ho parlato con i medici, con gli infermieri, gli operatori e i tecnici, ho cercato di capire come stessero davvero le cose, toccando con mano le criticità, mi sono confrontato con una realtà drammatica fatta di servizi sanitari carenti e personale allo stremo. I reparti funzionano solo in certe fasce orarie. Diagnostica per immagini ed esami di laboratorio, emergenze, chirurgia, cardiologia: tutto è appeso ad un filo. Questi servizi sono disponibili a singhiozzo. Il Lastaria è diventato, per l’appunto, un mero contenitore di malati cronici mentre potrebbe essere un prezioso presidio sanitario in un’area strategica. E se l’ospedale funziona ancora, se i cittadini di Lucera e dei vicini centri dei Monti Dauni possono avere una qualche risposta lo devono solo al senso di responsabilità e all’impegno del personale che, incessantemente e affrontando difficoltà di ogni genere, continua a lavorare in corsia senza tregua. Ma tutto questo non è giusto, tutto questo è inaccettabile e conferma il fatto che la politica regionale, soprattutto in fatto di sanità pubblica, è stata ed è ancora miope, mossa da interessi che non hanno a che fare con la salute dei cittadini e la loro qualità della vita.
“E’ arrivato il momento in cui chi è stato responsabile di questo scempio faccia un passo indietro. E’ il momento di rilanciare la sanità pubblica nel nostro territorio. La nostra comunità merita servizi efficienti, accessibili e di qualità. Noi continueremo a vigilare e a proporre con forza un deciso cambio di rotta, perché la salute non può essere un optional ma un diritto fondamentale di ogni cittadino. È ora di investire e razionalizzare le risorse dei nostri ospedali per valorizzare e gratificare il personale e per garantire un’assistenza dignitosa a tutti”, ha concluso Cera.







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