Operazione interforze tra Bari, Taranto e Palermo: 19 arresti, scambio elettorale, spaccio, estorsione - NOC Press

Operazione interforze tra Bari, Taranto e Palermo: 19 arresti, scambio elettorale, spaccio, estorsione

 



A seguito di una complessa indagine che ha coinvolto Polizia di Stato, Arma dei carabinieri e Guardia di Finanza, tra Bari, Taranto e Palermo, sono state arrestate 19 persone per reati di associazione di tipo mafioso, estorsione, porto e detenzione di armi comuni da sparo, spaccio di stupefacenti, scambio elettorale politico-mafioso e associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale.

L’attività d’indagine è stata articolata in due i filoni investigativi, distinti ma collegati tra loro:

- il primo filone, seguito dai carabinieri ha portato all’individuazione dei componenti di un’associazione di tipo mafioso operante sul territorio di Valenzano, in provincia di Bari, propaggine del noto e storico clan Parisi; 

- mentre il secondo filone d’indagine, seguito dai poliziotti della Squadra mobile e dalla digos della Questura di Bari e dai militari della Guardia di finanza del capoluogo pugliese, si è concentrato su 4 persone accusate dei reati di scambio elettorale politico-mafioso e associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale.

Con riferimento al primo filone investigativo, oltre 100 Carabinieri del Comando Provinciale di Bari hanno dato esecuzione alle misure cautelari personali nei confronti dei soggetti indagati, a vario titolo, per le ipotesi di reato di associazione per delinquere di tipo mafioso, concorso in minacce, porto e detenzione di armi comuni da sparo, estorsione, usura, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita.

Secondo l’impostazione accusatoria accolta dal Gip (fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa), 10 degli indagati farebbero parte di un’associazione a delinquere di tipo mafioso operante nel comune di Valenzano che, anche con l’uso della violenza e delle armi, avrebbero imposto la loro volontà nel commettere i reati di estorsione, usura, spaccio di sostanze stupefacenti e detenzione illegale di armi.

I provvedimenti cautelari in fase di esecuzione conseguono a un’indagine avviata nel settembre del 2017 su delega della Direzione Distrettuale Antimafia alla Sezione Operativa dalla Compagnia Carabinieri di Triggiano, allo scopo di svelare i collegamenti esistenti tra un noto pregiudicato ed il clan Parisi. 

I gravi indizi di colpevolezza raccolti hanno permesso di individuare di attribuire allo stesso pregiudicato il ruolo di promotore di un progetto criminale, i cui sodali sono stati identificati in 7 fedelissimi nonch̩ nei suoi genitori, la cui madre Рin particolare Р̬ sorella di un defunto boss, ucciso in un agguato di mafia nel 2009.

Le intense investigazioni, protrattesi nel corso di due anni, hanno consentito di far luce su un’attività di polizia che aveva garantito, nel maggio del 2016, il sequestro di armi e droga fino ad allora nella disponibilità dei sodali. 

Inoltre sono stati scoperti cinque episodi estorsivi, sei episodi di usura, un episodio di reimpiego di denaro proveniente da illecita attività e svariati episodi di spaccio di sostanze stupefacenti, nel contrasto ai quali sono state arrestate nella flagranza del reato 10 persone. 

È da sottolineare come il capo ed i suoi fedelissimi non avessero nessuna remora nell’utilizzare armi, violenza fisica o minacciare le loro vittime. Tra gli ingenti sequestri effettuati, spiccano, oltre ad armi e munizioni, gli oltre 32 kg di sostanza stupefacente.

L’indagine della Polizia di Stato, riferita al secondo filone, ha messo in luce l’attività criminale di un’organizzazione che in occasione delle elezioni di maggio 2019 del comune di Bari, reclutava elettori a cui corrispondere 25 o 50 euro per ogni singolo voto in favore di una candidata, alla carica di consigliere comunale.

Secondo gli investigatori l’associazione criminale sarebbe stata promossa, costituita e organizzata sia dalla candidata, risultata poi eletta, che dal suo convivente che intratteneva rapporti con elementi di spicco della criminalità organizzata locale e a cui si rivolgeva per reperire i voti. Tra i promotori dell’associazione anche un noto imprenditore edile, già consigliere comunale a Bari, nonché attuale presidente di una società di calcio militante nel campionato di serie C.

Dalle intercettazioni e pedinamenti è emerso che l’associazione criminale si avvaleva di sette persone che avevano il ruolo di “portatori di voto”, ossia quello di individuare, contattare e reclutare il maggiore numero possibile di elettori da cui avrebbero comprato i voti.

È stato accertato che durante le elezioni comunali di Valenzano del novembre 2019, il vertice dell’organizzazione mafiosa oggetto del primo filone investigativo condotto dall’Arma dei carabinieri, avrebbe assunto l’impegno di procurare voti tra i suoi affiliati, a favore di alcuni candidati di una lista civica promossi dalla stessa coppia già protagonista delle precedenti elezioni del comune di Bari con la promessa di ricevere dei “favori” una volta eletti come, ad esempio, la modifica del piano regolatore comunale per rendere edificabili terreni di sua proprietà e dei suoi uomini.

È importante sottolineare che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che, all’esecuzione della misura cautelare odierna, seguirà l’interrogatorio di garanzia e il confronto con la difesa degli indagati, la cui eventuale colpevolezza, in ordine alle ipotesi di reato contestate, dovrà essere accertata in sede di processo nel contraddittorio tra le parti.


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