Messina: sequestrati beni per 100 milioni di beni grazie a misure antimafia - NOC Press

Messina: sequestrati beni per 100 milioni di beni grazie a misure antimafia






Sequestrati beni per 100 milioni di euro a seguito dell’operazione della Divisione anticrimine della Questura di Messina e del Servizio centrale anticrimine scaturita dall’applicazione della normativa antimafia, che prevede, su proposta congiunta del procuratore della Repubblica e del questore, il sequestro ai fini della confisca di beni ottenuti illecitamente.

Sono state infatti le indagini parallele all’operazione nota come “Gotha 7”, conclusa nel dicembre 2017, a dare il risultato odierno; le attività investigative sono state avviate secondo una strategia di contrasto ormai da tempo adottata sull’intero territorio nazionale dalla Direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato e che prevede un modello operativo innovativo, caratterizzato dallo svolgimento oltre alle investigazioni penali anche quelle di prevenzione antimafia.

Il sequestro ha riguardato beni ed assetti societari, cooperative sociali ed aziende agricolo-faunistiche, locali di pubblico intrattenimento, hotel, immobili (tra cui numerose ville di consistente valore) ubicati nell’area milazzese e nebroidea, nonché il congelamento di somme di denaro in Paesi esteri intestati a due indagati.

Il prefetto Francesco Messina sottolinea come il sequestro operato vada a colpire una provvista accumulata nel corso di quindici anni di attività. Ed evidenzia che i risultati ottenuti lo sono stati anche grazie alla nuova direttiva europea che ha permesso di colpire beni sottoponendoli a sequestro e confisca all’estero, in quanto parte di questi beni erano stati delocalizzati all’estero.

In merito ai due indagati, uno dei due è un infermiere oggi in pensione, già consigliere comunale presso il Comune di Milazzo (Messina), condannato con sentenza non definitiva per concorso esterno nell’associazione mafiosa dei “barcellonesi” e attualmente sottoposto agli arresti domiciliari.

Durante le indagini patrimoniali è emersa anche l’implicazione di un secondo personaggio, un noto imprenditore di Milazzo, attivo da moltissimi anni nel campo della pubblica assistenza e della formazione, titolare di numerose cooperative sociali, agricole e faunistiche, il quale aveva, in realtà, partecipato sin dall’inizio agli investimenti del clan mafioso nel settore del pubblico intrattenimento.

Entrambi comunque partecipavano a una “super-società di fatto” e strutture societarie piramidali destinate a dissimulare l’origine illecita dei capitali ed il loro reimpiego in attività economiche apparentemente lecite.

Inoltre, la comprovata “confusione” di capitali e beni che sono transitati tra le società che gestiscono i locali di pubblico intrattenimento e le cooperative, ha consentito di scoprire imponenti operazioni di riciclaggio, nascoste nei fallimenti di alcune società (alle quali ne sono subentrate altre con nuovi prestanome) rivelatesi operazioni di bancarotta fraudolenta, in esito alle quali si è potuto intercettare un cospicuo spostamento di capitali all’estero.

Il questore di Messina Gennaro Capoluongo in un passaggio sottolinea che:”…togliere la forza economica alle organizzazioni criminali significa indebolirli, e quindi sconfiggerli”.

E il dirigente della divisione anticrimine Luisa Cavallo evidenzia come il sequestro di 100 milioni di euro indica anche il calibro del personaggio che deriva la sua forza non solo dal potere mafioso ma da un potere che si coniuga al bisogno della collettività e soprattutto intercetta questi bisogni attraverso le cariche pubbliche che lui o comunque le persone che gravitano vicino a lui hanno o avevano, cariche che gli hanno consentito di entrare in vari appalti pubblici

Dallo svolgimento delle indagini patrimoniali è, infine, emerso che attraverso le società sequestrate, sono stati percepiti finanziamenti pubblici erogati dallo Stato nel quadro delle misure a sostegno dell’economia in conseguenza dell’attuale emergenza sanitaria legata al COVID-19, di circa 500 mila euro.

Con riferimento ai conti esteri, è stata attivata, per la prima volta nell’area messinese, la procedura del “congelamento dei beni” introdotta dal Regolamento (UE) 2018/1805 per il riconoscimento reciproco dei provvedimenti di congelamento e confisca recentemente introdotto anche nell’ordinamento italiano.

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