Arrestata baby gang che prese parte alla maxi rissa di Gallarate nel Gennaio scorso [VIDEO] - NOC Press

Arrestata baby gang che prese parte alla maxi rissa di Gallarate nel Gennaio scorso [VIDEO]






Gli agenti della Polizia di Stato di Varese stanno eseguendo 17 provvedimenti cautelari emessi dal gip di Busto Arsizio e da quello per i Minorenni di Milano a carico di giovani per la maggior parte minorenni, accusati di una maxi rissa l'8 gennaio a Gallarate, in provincia di Varese. Sono 15 i minorenni, oltre a due maggiorenni, i ragazzi coinvolti: per sette è stata disposta la permanenza a casa con divieto di comunicare con qualsiasi mezzo, per altri otto è stata disposta una serie di prescrizioni (tra cui obbligo di rientrare al domicilio entro le 19). Il procuratore dei minori di Milano, Ciro Cascone, in una nota, ha definito l'episodio "una vera e propria rissa che ha rasentato la guerriglia urbana". I reati contestati consistono in rissa aggravata, lesioni personali pluriaggravate, porto ingiustificato di strumenti atti ad offendere. Il questore di Varese, Michele Morelli, ha disposto il 'Daspo Willy' a 26 dei 30 giovani indagati per la maxi rissa. Il provvedimento prevede che i 26 giovani non possano avere accesso a locali e negozi nel centro di Gallarate, per evitare che altri episodi analoghi possano ripetersi. La violazione al provvedimento comporta l'arresto con pene da 6 mesi a 2 anni e una multa da 8.000 a 20.000 euro.

Dalle indagini è emerso anche che i giovani rissosi erano pronti ad un "terzo round", l'appuntamento sarebbe stato a Malnate (Varese), già veicolato tramite social, bloccato solo grazie al lavoro della Polizia di Stato e la collaborazione del Comune. Il giovanissimi, per evitare di essere individuati, si ripetevano spesso nelle chat "Hey Bro, no parla parla tanto" quando qualcuno di loro eccedeva nei particolari circa le dinamiche degli incontri passati e che avrebbero dovuto organizzare. Quel giorno un quattordicenne era rimasto ferito dopo aver preso parte alla rissa "organizzata" da due gruppi di giovanissimi "rivali". Almeno un centinaio i presenti alcuni dei quali armati di bastoni e catene. Le ordinanze di custodia cautelare sono in gran parte arresti domiciliari. Le indagini degli agenti della Squadra Mobile della Questura di Varese e del commissariato di Gallarate avevano portato nei giorni successivi alla maxi rissa all'individuazione di una decina di giovani. Si tratta di ragazzi di età compresa tra i 14 e i 18 anni, italiani, albanesi e nigeriani, residenti tra Gallarate, Cassano Magnago e Varese e Malnate, in provincia di Milano. Oltre alle mazze da baseball e le catene, gli investigatori avevano trovato e sequestrato un borsone con pietre, mazze e un coltello da cucina.





"Emblematica", spiega Cascone, "la disinvoltura manifestata dai giovani nel porre in essere le condotte violente contestate", nonché il fatto di aver agito "come un vero e proprio 'branco', servendosi anche di armi improvvisate", ha proseguito il Procuratore, "tutti elementi sintomatici di personalità prive di freni inibitori e facilmente inclini all'uso della violenza". Secondo gli inquirenti alla "chiamata alle armi" per prendere parte alla rissa, via social hanno risposto in molti. "Alcuni sicuramente animati da intenti aggressivi e vendicativi", ha precisato il procuratore Cascone, "altri evidentemente senza neanche sapere il motivo della contesa", ma "spinti dalla sola curiosità di esserci, sia pure come spettatori".
Infine Cascone ha aggiunto: "se è quanto meno preoccupante la posizione degli spettatori, è sicuramente allarmante il ruolo dei 'supporters' violenti", ovvero una "degenerazione degli schemi di aggregazione tipici dell'età adolescenziale, caratterizzata da un codice di appartenenza che consiste nell'assumere comportamenti antisociali in nome di un malinteso senso di solidarietà amicale e territoriale".

La rissa ha visto in campo due gruppi opposti e territorialmente identificabili, mentre la causa scatenante va individuata in una precedente rissa verificatasi alcuni giorni prima in Cassano Magnago, nella quale erano stati coinvolti alcuni ragazzi appartenenti ai due diversi gruppi. Lo scontro era continuato sui social, dove gli appartenenti a ciascuna fazione hanno iniziato a organizzare la 'vendetta', anche reclutando persone più grandi e chiamando a raccolta amici e conoscenti, fino a organizzare l'appuntamento dell'8 gennaio per il 'chiarimento' trasformatosi ben presto, come peraltro nelle intenzioni degli organizzatori (arrivati armati di svariati oggetti atti ad offendere quali mazze, catene e coltelli), in una vera e propria rissa che ha rasentato la guerriglia urbana.


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