Nel 2012 erano otto gli arrestati tra carabinieri e poliziotti, oggi assolti con formula piena - NOC Press

Nel 2012 erano otto gli arrestati tra carabinieri e poliziotti, oggi assolti con formula piena

Foto: Widenews.it : l'Avv. Antonio Maria La Scala 


Nel 2012 sono in otto ad essere tratti in arresto, tra carabinieri e poliziotti, imputati a vario titolo di aver reclamato consumazioni gratis ed elargizioni gratuite di rifornimenti di carburante secondo i loro accusatori per facilitare o semplicemente per non comunicare potenziali difformità emerse da ispezioni eseguite su strada ad autotrasportatori. Davanti al gup, gli accusati decisero per il rito abbreviato. Degli otto arrestati, cinque vennero assolti sin da subito, cosa diversa per Pasquale
Brunetti, 52enne poliziotto di Cerignola, Roberto De Cillis ed Emanuele De Santis entrambi carabinieri e rispettivamente di 56 e 65 anni, il primo nativo di Foggia e il secondo nativo di Bari, i tre vennero condannati a pene da otto mesi ad un anno di reclusione. Ad Oggi a distanza di 7 anni, In questo mese corrente di Agosto, la Corte d’Appello di Bari, si esprime a riguardo con una sentenza che invalida la condanna in primo grado e assolve tutti con formula piena, perché il fatto non sussiste. 

Per l’avvocato Antonio La Scala, presidente dell’associazione Gens Nova, nonché difensore del De Cillis, le motivazioni che hanno portato i giudici a scagionare solo adesso, anche i 2 militari e l’agente di polizia, vanno lette in riferimento ad un principio di diritto che fuoriesce dal caso concreto. 

“Infatti”, spiega l’avvocato, “Cosa dice il diritto? E qui devo menzionare il primo “pacchetto storico” anticorruzione voluto da Cantone. Mi riferisco in particolare al Codice deontologico del Pubblico Dipendente, introdotto subito dopo l’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) e, nella fattispecie, alla 190 del 2012, dove si mette bene in evidenza la differenza tra i possibili problemi legati alla regalia e quelli, invece, più specifici del reato di concussione”. 

“La concussione per essere tale – dice ancora l’avvocato – deve prevedere, da parte di un Pubblico Ufficiale, l’abuso delle sue funzioni specifiche, attraverso pratiche di costrizione o istigazione, finalizzate ad ottenere danaro o altro da un comune cittadino, per scagionarlo da segnalazioni o contestazioni su irregolarità commesse. Insomma, come dire, mi dai o prendo ciò che mi offri e chiudo gli occhi su quello che non va. Nel caso della regalia, il codice deontologico la ammette, ma non deve superare i € 150, quindi deve essere di modico valore, deve essere elargita occasionalmente e a titolo di cortesia. Nella sentenza di cui sopra, questo diritto viene specificato, così come viene pure sottolineato, parlando del mio assistito – accusato di aver preso un buono benzina -, la sua totale estraneità ai fatti. Per cui, niente concussione ma, in questo caso, neanche regalia. Certamente la regalia, che non costituisce – come abbiamo visto – di per sé reato, è, comunque, una cattiva abitudine a livello disciplinare. Sempre meglio evitarla, ma non è un atto contrario ai doveri d’ufficio. Cattiva prassi sì, ma non è un fatto che può costituire un reato penale. Mettere in evidenza che per tutti c’è stata assoluzione – conclude La Scala – è determinante, ma lo è ancor di più, specificare che non si è trattata di una “semplice o sola” assoluzione con formula piena, perché queste persone devono essere riabilitate pienamente, com’è loro diritto, in base a questa norma precisa, espressamente tutelata dal codice etico e dal primo pacchetto anticorruzione.” 


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