[Fatti & Misfatti] L’ASI di Foggia, un’area nelle mani di tanti e ora commissariata, con l’ombra dell’imbarazzo e dell’illegalità politica - NOC Press

[Fatti & Misfatti] L’ASI di Foggia, un’area nelle mani di tanti e ora commissariata, con l’ombra dell’imbarazzo e dell’illegalità politica


Come sempre, Scriviamo facendo appello all’art. 18, all’art. 21 e all’art. 28 della Costituzione della Repubblica Italiana, cercando di narrare fatti, e questa volta, lo specifichiamo.

- Fatti & Misfatti -

La notizia è ormai nota. Con la Determinazione n. 02 dell’08 maggio 2019, protocollo interno n: 1628/2019, “Determinazione del RPCT n. 01 del 24 aprile 2019. Contestazione incoferibilità ai sensi del decreto leg.vo n. 39/2013 art. 7 comma 2 lettera C) dell’incarico di Presidente del CONSORZIO ASI di FOGGIA. DICHIARAZIONE di accertata inconferibilità del signor Angelo RICCARDI dell’incarico di PRESIDENTE del CONSORZIO ASI di FOGGIA-riferimento delibera ANAC n. 453 del 9 maggio 2018, notificata in data 17 maggio 2018.
Determinazione e applicazione delle sanzioni di cui all’art. 18 commi 1 e 2 del decreto leg.vo n. 39/2013 ai soggetti componenti dell’Assemblea generale che hanno conferito l’incarico al sig. Angelo Riccardi” il Responsabile della Prevenzione e Corruzione del Consorzio ASI –Area Sviluppo Industriale- di Foggia, Michelarcangelo MARSEGLIA Determina la Nullità dell’incarico a conferito a Angelo Riccardi.


Già nei giorni scorsi lo avevamo anticipato e diffuso nel comunicato stampa pervenuto presso la redazione “Presidenza ASI Foggia. «Scattano le sanzioni per chi aveva eletto Riccardi alla presidenza Asi». “Tutto come più volte preannunciato”, lo dicono i consiglieri comunali 5Stelle Fiore e Ritucci”, dove, appunto, i due Consiglieri comunali del MoVimento 5 Stelle del Comune di Manfredonia annunciavano sanzioni. Difatti nella Determinazioni chi ha eletto Angelo Riccardi per tre mesi non potranno conferire incarichi di loro competenza. Ciò in applicazione, come si legge nella Determinazione in oggetto, “dell’art. 18, comma 2 del Dlgs 39/2013”. Stiamo parlando di ben undici tra sindaci, presidenti e componenti vari di istituzioni della Capitanata. Nello specifico sono Francesco Miglio, Franco Landella, Salvatore Zingariello, Luigi Montorio, Generoso Rignanese, Vincenzo Nunno, Fabio Porreca, Gianni Rotice, Vincenzo Simeone, Francesco Caccavo, Alfonso Ferrara.

Fin qui è tutto secondo legge. Ma la comunità ora si chiede «I soldi percepiti dal Presidente ASI Angelo Riccardi” saranno restituiti? E quelli deliberati durante la sua presidenza sono legittimati?» Per il secondo quesito le carte dell’ASI saranno decisive. Ma per il primo giacché Riccardi ha ricoperto un incarico non legittimo, anche la remunerazione potrebbe essere illegittima: il condizionale è d’obbligo. Qui nessuno sta processando Riccardi, sia chiaro, ma l’interrogativo è dovuto. Se ciò fosse vero, e la comunità si rimette nelle mani del Responsabile della Prevenzione e Corruzione del Consorzio ASI di Foggia, Michelarcangelo MARSEGLIA, si configurerebbe un danno erariale, di soldi pubblici che andrebbero restituiti ai legittimi proprietari, in altre parole al Popolo Italiano di Capitanata.

La comunità si sta chiedendo anche se chi ha deciso che Riccardi diventasse Presidente dell’ASI di Foggia oggi, pur avendo ricevuto il divieto di conferire incarichi di loro competenza, «sono degni di ricoprire gli attuali incarichi politici-amministrativi? Il dubbio c’è, poiché se hanno sbagliato con così evidenza, potrebbero rifarlo per altre decisioni in favore dei loro colleghi per latri incarichi». Anche qui l’interrogativo è lecito. In questo caso dovrebbe essere la politica a decidere, in virtù della tanta decantata e sbandierata trasparenza e legalità nelle rispettive assise.

Ma c’è un doppio macigno che ha colpito l’ASI. Il primo riguarderebbe la decisione della Giunta regionale, in data 16 maggio 2019, nominando il Prefetto Santi Giuffrè Commissario del Consorzio ASI di Foggia. Decisione assunta dopo che il 24 aprile 2019 Michelangelo Marseglia, che ricordiamo è il Responsabile dell'Anticorruzione dell'Ente, aveva provveduto "alla revoca e all'annullamento in autotutela della determinazione n.1 del 29 giugno 2018, emessa dal sottoscritto RPCT del Consorzio ASI di Foggia, al fine di dare necessaria attuazione e seguito a quanto accertato e deliberato dall’ANAC con atto n. 453 del 9 maggio 2018, dichiarata legittima dalla sentenza del TAR Lazio dell’11 aprile 2019, così ottemperando e conformandosi anche per quanto inoltre espresso e sostenuto dalla Regione Puglia".

Un commissariamento importante ricoperto da una persona di spessore. Santi Giuffrè, per chi non lo conoscesse, è un super poliziotto che negli anni ha ricoperto molti incarichi delicati, combattendo mafia, camorra, racket. Insomma, è come se l’ASI fosse stata commissariata dall’antimafia.

La decisione ha sbalordito anche i più scettici che mai avrebbero creduto di avere a capo un poliziotto. Ma la Legge è Legge.

Difatti il secondo macigno, e come prevede, all’art. 7 del Decreto legislativo numero 39/13, Giuffrè avendo ricoperto la carica di Commissario Prefettizio a Brindisi nell’anno prima dei quella di nomina a Commissario del Consorzio ASI Foggia, ha in sostanza ricoperto funzioni sostitutive di Sindaco, Giunta e Consiglio comunale, in un comune con popolazione superiore ai 15.000 abitanti nella stessa regione dell’amministrazione locale che conferisce l’incarico, ovvero la Regione Puglia per conto del Consorzio ASI Foggia. In altre parole Santi Giuffrè risulterebbe non idoneo alla carica conferita.

Ora, cosa accadrà al Consorzio ASI di Foggia? Chi ne sarà a capo?

Riccardi, presidente detronizzato, non di certo. Ma per onor di cronaca è anche corretto ricordare che l’ex sindaco Riccardi, appena apprese dell’incompatibilità decisa prima dall’ANAC poi dal TAR Lazio, fece ricorso: evidentemente non aveva messo in cantiere la determinazione caratteriale dei due Consiglieri pentastellati, ma soprattutto quella di Marseglia, che è un atto legale.

Tuttavia nella Determinazione n. 02 dell’08 maggio 2019, protocollo interno n: 1628/2019, del Responsabile dell'Anticorruzione dell'Ente, come già riportato, è scritto ben chiaro che chi ha votato la nomina di Angelo Riccardi, ha commesso un reato, sanzionabile, e condannando con il divieto assoluto di conferire per tre mesi incarichi di loro competenza. Un dato importante che ha scatenato molte critiche delle forze politiche dei comuni facenti parte gli “elettori” di Riccardi.

Tra questi c’è Monte Sant’Angelo dove le opposizioni all’attuale Amministrazione, guidata da CambiaMonte/PD, hanno chiesto le dimissioni dell’Assessore Generoso Rignanese, facente anche parte del Consiglio Provinciale di Foggia, eletto nel PD. Dimissioni richieste dalla lista civica La Città Nuova e da Forza Italia; dalle altre nulla è pervenuto. Mah...! Ovviamente l’Assessore Generoso Rignanese rimanda ai mittenti le dimissioni, affermando che « In quella sede, gli organismi di garanzia deputati al controllo di eventuali incompatibilità, ineleggibilità e inconferibilità non hanno sollevato alcuna obiezione alla elezione di tali membri».

La risposta a tal superficiale giustificazione la fornisce inequivocabilmente la Città Nuova «rimandiamo al Canto VI dell’Inferno della Divina Commedia dantesca e alla figura di Ciacco: le colpe altrui non alleviano la Sua colpa, Assessore!».

Non di meno è stata quella di Forza Italia che punta il dito contro «Il PD e l’Assessore Generoso Rignanese, che tanto proclamano a tutti i livelli e in ogni occasione il rispetto della legalità (quasi fosse solamente uno slogan da ripetere sempre, come i cittadini avranno avuto modo di constatare), dovrebbero chiedere scusa per il comportamento tenuto, avendo con arroganza e poco senso delle Istituzioni disatteso le indicazioni di un Authority dello Stato…. Rignanese ha dimostrato di esporre contro legge la sua carica solo per compiacere il suo Partito, il PD».

Insomma, la deontologia in politica pare essere un optional fai da te, a convenienza, dove il “pulpito della moralità” lo sorregge anche chi con la parola Legalità fa proclami e poi la evade nelle scelte politiche. L’importante è stare sulla poltrona e decidere le sorti della comunità, anche in pieno e formalizzato imbarazzo legale verso chi, con Codici alla mano, ufficializza il danno che arreca quando decide in barba alla Legge, che è Legge!


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